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Agricoltura Pugliese: “Stato di calamità naturale” chiede la Coldiretti.

Venerdì, 10 Febbraio 2012

Un danno di quasi 20 milioni di euro, pari al 5% del PIL (Prodotto Interno Lordo Agricolo) e di 4 decimi del PIL dell’intera economia della Regione Puglia. E’ questo in sintesi il dato preoccupante che emerge da un’analisi delle drammatiche ripercussioni del maltempo sul settore agricolo, per cui la Coldiretti Puglia ha chiesto la dichiarazione di Stato di calamità naturale.

“Purtroppo, permangono condizioni di elevato e incombente rischio oltre alla severità dei danni occorsi e degli interventi di massima urgenza da doversi attuare, per cui abbiamo richiesto lo stato di calamità ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni. Decine d’imprenditori stanno in queste ore collaborando con l’Unità di Crisi, istituita presso la Prefettura di Foggia, per liberare le aziende dalla neve e per la messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve crollano sulle strade con danni a persone e automezzi. E’ l’ennesimo duro colpo al settore, dopo lo sciopero degli autotrasportatori rientrato solo qualche giorno fa”.

“La straordinaria ondata di maltempo che ha colpito la regione Puglia – continua il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - con forti e incessanti nevicate sulle province di Foggia, Bari e Taranto e le piogge battenti sulle province di Brindisi e Lecce, ha causato gravi disagi a carico delle popolazioni nelle aree rurali e danni ingenti alle colture autunno-invernali e agli allevamenti. In particolare, gli allevamenti avicoli della provincia di Foggia sono al collasso, a causa dell’interruzione dei collegamenti stradali e delle dune di neve alte fino a 4 metri che hanno isolato le aziende, rendendo impossibile l’approvvigionamento di mangimi e di carburante per il riscaldamento degli impianti”.

Risulta distrutto il 50% degli ortaggi autunno – invernali, quali cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli. Tutto ciò che poteva essere raccolto, giace sui campi, perché i collegamenti interrotti determinano l’impossibilità al trasporto della merce. Nelle province di Bari, Brindisi e Lecce la situazione rischia di aggravarsi a causa degli allagamenti, dovuti alle piogge persistenti che interanno le suddette aree da più di 96 ore. Sono schizzati i costi per il riscaldamento delle serre, aumentati del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre in decine di stalle isolate mucche, pecore e maiali rischiano di rimanere senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi e per i danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeveratoi.

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